Eureka!

Pubblicato: 10 febbraio 2012 in Società
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Succedeva spesso che ti scappava il tappo del dentifricio dalle mani e cadeva nel lavandino. Ed ecco che scattava una sorta di “schiaccia la mosca”: con le mani cercavi di bloccare il tappo che sembrava una pallina di un flipper, ma alla fine… ZOMPPPP! Tappo nel buco. Ma invece di inseguire il tappo, mettere subito la mano sopra il buco dello scarico no eh? Semplice, sicuro e di certa riuscita. Ecco perché oggi tutti i nuovi lavandini hanno quel marchingegno che manco fa scendere l’acqua, per i tappi del dentifricio! Il progresso avanza. Un po’ come la crisi. E c’è sempre qualcuno che ha un’idea brillante e riesce a far soldi con un nonnulla, e tu che sei lì a pensarci tutto il giorno, niente. E questo, bello bello, se ne esce in TV e dice: “Mi sono svegliato una mattina ed ho avuto un’illuminazione”. Ed è da allora che dormo con le tende aperte e la luce accesa, ma niente illuminazione a casa mia. C’avrò mica troppi pochi chilowatt? E questo che ti ha inventato? Il tappo del dentifricio che si apre a scatto e non lo devi togliere tutto. Alè, ci ha tolto l’unico rischio che creava adrenalina in bagno la mattina. Quella cosa del tappo ci dava una scossa. Un po’ come quando sogni di cadere e fai un salto nel letto come un tarantolato. Il tappo a scatto. Dannato te. Dannato perché non c’ho pensato prima io, mica per altro in realtà. E quello che ha inventato i parcometri? Quanti soldi si fa ogni giorno? Perché l’avrà depositato il brevetto immagino. Però, se io non ho spicci che faccio? E se inventassi il parcometro che prende la carta di credito? O gli assegni? Che poi, diciamocela tutta, Archimede Pitagorico era fuori di testa, scombinato, smemorato, inconcludente. Chi era il vero genio? EDI, il suo aiutante. La lampadina con le gambe. Ecco, forse se mi attacco una lampadina sulla spalla magari… Ma se poi trovo l’idea vincente, a cosa ambisco per il resto della vita? Quando sei in gara il traguardo è quello che ti fa correre forte, che ti motiva a superare tutti per tagliarlo prima degli altri. Ed una volta che sei arrivato al FINISH smetti di correre, non ha più senso. Te lo immagini un atleta che continua a correre mentre tutti sono lì che prendono fiato? Farebbe la figura del fesso. Servono altre gare, servono altre idee, per rimanere vivi. E allora faccio così, penso a cosa inventare, ma un momento prima di trovare l’idea vincente mi fermo, mi distraggo apposta. Una specie di “idea interruptas”. Penso alla crisi, al governo, al noncelafaremomai, a Porta a Porta, agli ospedali  che non hanno posti né a sedere né a sdraiare, al freddo che fa, alla differenziata, ad Emilio Fede, al cane, al gatto, al topo, all’elefante, non manca più nessuno, solo non si vedono… idee.

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© (io ce lo metto il copirait, ma tanto qui si arrubbano tutto)

commenti
  1. ts ha detto:

    Non è che un’idea è definitiva, completa. Come il parcometro che non prende la carta di credito…ogni idea ha bisogno di trovare nuovi sviluppi, nuove migliorie. Al giorno d’oggi è difficile trovare qualcosa di veramente nuovo e quindi dovremmo sforzarci di migliorare -per quanto sia difficile- ciò che non va bene così com’è, nonostante l’idea geniale che l’ha creata. ;o)

  2. Donatella ha detto:

    splendido….come sempre

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